Parliamo di una figlia d’arte, se si può definire così. Parliamo di Patrizia, o Patty come tutti la chiamano.

Una bella donna Patrizia, dai capelli biondi sempre in movimento, dal sorriso appena accennato e i modi sbrigativi che nascondono una persona gentile  che è sempre circondata dalle tante amiche.

Dicevo figlia d’arte, suo padre Elio, era il proprietario dello storico Cavetto, il bellissimo ristorante che, dagli anni ’60 in poi ha dato lustro a Varazze, che aveva clienti affezionati come ad esempio Marina Doria o Domenico Modugno. Patrizia è cresciuta qui, tra la sala, dove suo papà Elio conversava con i clienti e la cucina, dove la mamma Marisa preparava i celebri piatti.  E assorbe Patrizia, e s’innamora di questo mondo.

Cresciuta, a 21 anni subentra alla guida del ristorante, occupandosi spesso anche della cucina. Poi, per dieci anni cambia vita e  vive all’estero. Quando rientra, nel 2017 rileva un piccolo bar, in una piccola piazza e, in onore di questa, lo chiama Saint Barth.  Il locale è piccolo ma accogliente, la rispecchia, essenziale ma con un tocco di personalità. Mobili antichi rivisitati, tavoli e sedie come nelle vecchie trattorie, qualche soprammobile in tema, qualche lucina, un locale caldo dove sentirsi bene.

E’ un bar Saint Barth e quindi si servono ricche colazioni, con brioche, torte, focaccia, e aperitivi, all’interno o nei tavolini posti davanti al locale, guardando la piazzetta, ma, quello che lo distingue dagli altri è la cucina. Perché Patrizia, ricordiamoci che è figlia d’arte, a una certa ora indossa il cappello da cuoco e si chiude in cucina. E da lì, per la gioia dei clienti, alcuni diventati fedelissimi, escono acciughe marinate su bruschetta, vitello tonnato, roast beef, calamari con i porri, pollo al curry, filetto di pesce in scrigno di verdure, minigrigliata di pesce, lasagne con salmone e robiola, tagliolini broccoli e Philadelphia solo per citare alcuni dei piatti che prepara. Ci sono poi le fresche insalate, come la nizzarda o la greca.

Ogni giorno, Patrizia, decide i piatti da proporre ai clienti e li scrive sulla lavagna all’ingresso. E ogni giorno, a pranzo il locale si anima di persone, di profumi e di sapori.

Un bravo cuoco però, non può servire dolci confezionati e, quindi “la Patty” prepara cheesecake, torta di pere e cioccolato, o di mele, il linzer una crostata di nocciole, mandorle, cannella e confettura di frutti di bosco (buonissima!).

In estate, la cucina è aperta anche la sera, e i piatti si fanno più ricercati, tornano alcune delle ricette del Cavetto, e così, per esempio, si può gustare un risotto allo champagne o una crespella ai gamberi.

Tutto ovviamente è accompagnato da ottimi vini, a calice o in bottiglia.

Ad aiutare Patty che, per quanto attiva e organizzata non riuscirebbe a fare tutto, ci sono il simpatico e chiacchierino Omar e la sorridente Francesca. Insostituibili.

Questo è il Saint Barth, un bar che non è un bar, un ristorante che non è un ristorante. Tutto in movimento, come i capelli di Patrizia.

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