Non parlo di negozi né di bar o ristoranti, ma di una realtà per cui si sarebbe da parlare per giorni, che ha bisogno dell’amore del suo paese per continuare a brillare così come ha fatto fino ad oggi da più di centotrenta anni. Parlo di cultura e di storia, di cinema e di teatro e di cabaret e di danza. Parlo di arte.
Quando, un po’ di anni fa, ero una ragazzina, a Varazze c’erano due cinema, che, in estate, diventavano cinque perché al cinema Verdi e al Teiro si aggiungevano quelli all’aperto, l’Eden, Le Palme, e il caro Teiro estivo, amore e dannazione di ognuno di noi perché sul più bello passava sempre il treno che impediva di sentire le battute del film, che però si poteva guardare mangiando gelati.
E poi c’erano i due cine teatro degli oratori, quello delle Suore Boschine per le femmine (dove andavo io) e quello dei Salesiani per i maschi.
Oggi di tutto questo ne è rimasto solo uno grazie all’amore e alla dedizione di un piccolo gruppo di persone che s’impegnano a tenerlo vivo e sto parlando del Cine Teatro Don Bosco, ossia quello dell’Oratorio Salesiano.
Tutti lo conosciamo, siamo cresciuti sapendo della sua esistenza ma forse non tutti conoscono il valore che ha avuto e che tuttora ha questo teatro, nato (a Varazze intorno al 1890) dall’amore che i Salesiani hanno sempre avuto nei confronti del teatro, all’epoca, infatti, la maggior parte degli oratori ne aveva uno suo.
Si chiamava Filodrammatica Don Bosco, ed era, ovviamente, formata dai giovani frequentatori dell’oratorio. Era, a quel tempo, forse l’unico momento di svago e quindi le piccole rappresentazioni presero piede continuando anche nel periodo della guerra cercando di portare sollievo e allegria in un momento così tragico. Addirittura i ragazzi andavano a fare rappresentazioni ai feriti in convalescenza della vicina colonia bergamasca.
Dopo varie vicissitudini tra cui l’apertura della compagnia anche alle ragazze (prima rigorosamente vietata), la demolizione del teatro per far posto alla scuola, la successiva ricostruzione poco distante di un nuovo spazio dedicato ma precario, mentre, gli attori della filodrammatica mettevano in scena commedie dialettali brillanti, si arriva al 2007 quando i Salesiani finalmente ricostruiscono un vero bel teatro.
Nel 2010 arrivano a gestirlo il gruppo teatrale Don Bosco, sono quindici persone, appassionate che, ognuna a modo suo, tengono viva questa realtà, sotto la direzione artistica di Gianni Way, che vuole che non si parli di lui ma è giusto che si sappiano almeno un paio di cose. Oltre ad essere il commerciante che tutti conosciamo, oltre ad avere una bella famiglia che lo supporta, Gianni (una passione per il cinema soprattutto e per il teatro nata da ragazzo) è stato per ben ventidue anni segretario nazionale della Federazione Italiana Teatro Amatori, dove, ovviamente si è fatto un bel po’ di esperienza ed ha conosciuto parecchi professionisti, attori e cabarettisti che, nel tempo, il Cine Teatro Don Bosco ha accolto.
Varazze ha così indirettamente partecipato a numerosi festival in tutta Italia, il gruppo teatrale, infatti, è ospite della festa del teatro in Sicilia, è gemellato con Napoli, dove si reca ogni anno, ha portato addirittura una commedia di Govi a Bolzano! Ha girato e gira tutta l’Italia partecipando anche a tanti concorsi. Con l’apertura anche al cinema arrivano anche i cabarettisti e i corsi per avvicinare le persone alla recitazione.
Il gruppo teatrale si rinnova è vero ma non smette di guardare al passato e di mantenere tradizioni centenarie. E così da più di cento anni ogni notte di Natale, c’è chi, porta i suoi bambini “al teatro dell’Oratorio” a vedere la rappresentazione così come facevano i genitori a suo tempo.
Oppure si ride al festival degli stonati, idea nata tantissimi anni fa in Oratorio da Giorgio Guastavino, e che continua ancora oggi, con sempre maggiore successo e partecipazione e che ora è dedicata a Manuel indimenticato fratello di Giorgio, grande musicista e cantante.
E poi ci sono le rappresentazioni estive all’aperto, il teatro in giardino, oppure le rassegne dialettali teatrali in inverno. Sono tantissime le iniziative di questo gruppo dove ognuno ha un suo ruolo. Chi prende le prenotazioni, chi strappa i biglietti all’ingresso, chi sta alla cassa, chi tiene in ordine i costumi di scena. Ognuno porta la sua opera e le sue idee. E d’idee qui ne girano veramente tante.
Una di queste si chiama “Vegetti”. Due giovani ragazzi (perché nello spirito lo sono eccome) Gianni (Way) e Alfredo (Valle), o meglio Beppe e Gino che commentano, seduti su una panchina, o davanti a un cantiere o alla fermata dell’autobus, il mondo che li circonda “mugugnando” come solo loro sanno fare e ripensando ai loro bei vecchi tempi. Questa idea, ha fatto si che, avendo un successo incredibile, i Vegetti finissero in un canale Youtube a loro dedicato “vegetti webserie”, che nascesse una loro pagina facebook ma, soprattutto, che arrivassero finalisti al New Media Film Festival di Los Angeles. Mica pizza e fichi, Beppe e Gino fanno sul serio.
Il Cine Teatro Don Bosco è tutto questo e anche di più. Per questo che bisogna far si che non sparisca, che si debba frequentarlo e aiutarlo perché è un tesoro, pieno di storia e di ricchezza. Propone film di qualità, anteprime nazionali, spettacoli di cabaret con artisti di grosso calibro e, ovviamente, le imperdibili rappresentazioni del Gruppo teatrale!
E’ una piccola bomboniera, è tenuto oserei dire con amore, tutto pulito, in ordine, le belle e comode poltrone rosse sembrano nuove tanto sono brillanti, poster e fotografie ovunque. Se poi si ha la fortuna di poter visitare la parte degli addetti ai lavori, allora sembra di entrare dentro a “nuovo cinema paradiso”, si guarda dall’alto, si respira un’aria magica, ci si commuove, premi e riconoscimenti ovunque, ci si muove con dovuto rispetto per non disturbare i ricordi di vita e di storia. Bisognerebbe portare i bambini delle scuole perché è un bel mondo da conoscere e chissà magari se ne innamorerebbero anche loro, così com’era successo al protagonista del film, o in tempi più recenti a Gianni.