Un luogo che per me ha un sapore particolare. Il nonno che non ho conosciuto era un calzolaio . Massimo Bolla  Calzolaio.  Prima il nonno Angelo “Angin”, (come ricordano la bella piastrella posta all’esterno del negozio e le antiche foto appese in vetrina) poi il papà Giuseppe (sempre intento a trafficare) ed ora Massimo, da novant’anni portano avanti questo piccolissimo negozio di calzoleria. Sembra che il tempo si sia fermato qui. Chiodi, chiodini, pinze, stringhe, odore di colla e di lucido, di cera. La calzoleria è un’arte quasi ormai scomparsa. In un mondo dove quando qualcosa si rompe lo si butta, Massimo invece, lo ripara, mentre racconta qualche aneddoto e, sua moglie, dietro il banco, lo osserva. Come ogni calzoleria che si rispetti, qui si vendono anche scarpe e pantofole, soprattutto per piedi difficili e solo di aziende italiane e di materiali ricercati. Ed è bello osservare quante persone si affacciano sulla porta per comunicare che le scarpe vanno bene, che i piedi ringraziano, o anche solo per scambiare due parole, che Massimo, sorridendo, non rifiuta mai.

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