Stavo aspettando non ricordo chi, davanti al banco della lotteria di San Bartolomeo; era in allestimento e c’erano le signore che sembravano formichine, velocissime, non si fermavano mai. Stavano preparando un banco bellissimo, spostando, pulendo, controllando che il colpo d’occhio fosse d’effetto, cercando di dare agli oggetti, una dignità spesso perduta. Ecco, tutto nasce da qui. Dal giorno in cui ho capito quanto lavoro ci fosse dietro il semplice banco di una lotteria. E mi si è aperto un mondo, bellissimo, come una favola.

Siamo intorno al 1400 e, a Varazze, c’è uno sparuto gruppo di case, chiamato Solaro,  tra cui sorge una  chiesina, dedicata a San Bartolomeo, (ci sarebbe anche sant’Antonio Abate, ma questa è un’altra storia), affacciata su una piccola piazza, le   case sono   abitate perlopiù da pescatori. Gli abitanti del Solaro decidono di fare del Santo e della Chiesa i loro protettori, al punto che ogni barca, al suo rientro, divide il pescato, e quindi il guadagno, per il numero dei componenti più uno. Quell’uno è San Bartolomeo, in questo modo, potranno ringraziarlo per la protezione e, altresì, ristrutturare e abbellire la chiesa. Si narra, anzi, la leggenda narra, che la cassa su cui è posto San Bartolomeo, e utilizzata durante la processione, sia composta di legni arrivati dal mare. In effetti, guardandola, è formata da legni differenti. Chissà.

Passano gli anni e la chiesa e i suoi quadri hanno necessità di manutenzione e i pescatori e le loro famiglie provvedono come possono a sostenere le spese. C’è chi, risparmio su risparmio, ha racimolato tanto da poter regalare al Santo la tromba d’argento, e chi la corona tenuta in mano dall’angelo, ad esempio (entrambe visibili sulla cassa). Quello che si raccoglie però non basta mai, i lavori sono tanti.

Quarantadue  anni fa, i genitori, i nonni, i fratelli, i mariti, gli zii di queste “signore della lotteria”, s’inventano la “festa del pescatore” (sempre con l’intento di raccogliere un po’ di risorse per le ristrutturazioni). In quella che veniva ed è chiamata “ciassa du ballun”, organizzano delle tavolate, aperte a tutti, e servono, sia a pranzo sia a cena, fritto misto, acciughe, totani, muscoli e focaccette. Preparano una”ruota della fortuna” tipo quella che si vedeva in televisione e il successo è enorme. Manuel e il suo gruppo suonano e cantano, facendo ballare la piazza. Le donne allestiscono una lotteria. Prendono un’arbanella di quelle per mettere le acciughe sotto sale, del resto si parla di pescatori no? e la adibiscono a contenitore per i biglietti della lotteria. Prendono una bambolina e la vestono da marinaretta eleggendola portafortuna. Sia l’arbanella sia la bambolina sono in uso ancora oggi.  Tutto questo ha un enorme successo, tanta fatica è vero ma il buon incasso, e quindi la possibilità di grandi ristrutturazioni per la chiesa, invogliano tutti a continuare. E così per ben sette anni, in prossimità del 24 agosto allestiscono la festa del pescatore coinvolgendo tutto il quartiere, bambini compresi. Purtroppo, il 1988 segna l’ultimo anno di festa, per vari motivi si è dovuto interrompere tutto, anzi, quasi tutto. Il gruppo della lotteria non si è fermato e, da ben quarantadue anni porta avanti la sua missione.  Hanno lasciato agli uomini l’incombenza di fare uno stand vendendo focaccette (molto apprezzato peraltro), e loro si sono evolute. A fianco della lotteria, ora, c’è un angolo dedicato alla vendita. Durante tutto l’anno, le persone portano loro ogni genere di oggetti, servizi di tazzine, lampadari, mobiletti, piatti, Loro accettano tutto, salvo controllare che siano in buono stato, non rotti o rovinati, quindi li puliscono, catalogano, smistano, decidono se utile per lotteria o vendita.  Ho visto portare un sacchetto pieno di bigiotteria varia e rivederla poi ripulita e lucidata che nemmeno nella migliore gioielleria l’oro e i brillanti luccicano così.

Portano loro gomitoli di lana e cotone? Bene! Lavorando all’uncinetto e ai ferri creeranno borse, sciarpe e presine, da vendere o anche vestitini per le statuine del presepe. Tutti gli anni, infatti, è allestito all’interno della chiesa, un magnifico e artistico presepe, anche questo un lavoro impegnativo ma che porta i suoi frutti.

Così, giusto per notizia, prima del ventiquattro, mentre le signore si adoperano con il banco, c’è chi, in solitudine o quasi, si arrampica sulla statua e la pulisce e lucida in modo da mostrare tutto il suo splendore durante la festa.

Ma torniamo alle nostre formichine. E’ curioso vedere come davvero non stanno ferme un secondo, e nemmeno zitte a dire il vero. C’è chi chiede se deve andare a prendere qualcosa in magazzino, chi non trova il numero di un oggetto e chiede aiuto, chi si arrampica  per far vedere il premio vinto da una cliente, chi cerca di spiegare a un’altra cliente che 1 euro 1 biglietto non è tanto e che tra l’altro è beneficenza, rispondendo all’affermazione che i biglietti sono cari. Oppure chi, con tanta pazienza deve rispondere alla signora che chiede se tra i numeri c’è anche il numero 10. Oppure, con altrettanta pazienza cerca di far capire, a un’attempata signora, che non si può cambiare un premio vinto che non piace con un altro che piace di più ma che non si è vinto. C’è chi arriva e chiede se ritirano giocattoli, e la risposta è sempre la stessa, certo, ritirano tutto. Ci sarebbe da scrivere per giorni.

Tutto questo dal 17 al 24 agosto, dalle ore 8 alle 13 e dalle 16,30 alle 22 con interruzione per la cena, che fanno tutte insieme, chiacchierando ovviamente, portandosi cose da casa o comprando qualcosa. La sera del 23 ci sarà molto da lavorare, il concerto della banda richiama tanta gente e la lotteria sarà presa di assalto.

Il 24 finalmente la festa, la processione, la sera, con i cinque “cristi” i crocifissi della confraternita, più altri venuti ad omaggiare il Santo, ben due bande, quella di Varazze e quella di Cogoleto, e la bellissima benedizione in ciassa du ballun, con l’inchino del Santo al mare e ai monti, emozionante.

Per le signore della lotteria non è ancora finita. Nel “giardino delle Boschine” sono allestiti tavoli e sedie per rinvigorire tutti quelli che hanno aiutato. E così si fa festa, i cristezzanti, le due bande, i portatori la cassa, il gruppo delle focaccette, quello della lotteria, aiutanti vari. Circa 500 persone si rifocilleranno a base di trofie al pesto con fagiolini e patate, formaggetta, mortadella, pomodori, focaccette e ghiacciolo, questo è il menu, da sempre.

Finalmente è finita, possono riposarsi. Invece no, quando mai vedete una formichina ferma? Mai. Ora bisogna pensare al Natale, perché la lotteria si fa due volte l’anno, e bisogna essere preparati. Tanto è vero che nel magazzino gli oggetti sono separati, Natale ed estate. Ma non sono solo separati, sono catalogati su registri e numerati da 1 a 800! Ognuno ha il suo biglietto. In più ci sono gli oggetti che si tengono in gruppo, portachiavi, ferma coda, sacchettini, ecc.

Poi ci sono le cose destinate alla vendita, anche quelle regolarmente catalogate. Un lavoro infinito.

Ora l’obiettivo è il restauro del Cristo di legno pieno di tarli. Occorre provvedere al più presto. Ma il gruppo di formichine della lotteria insieme al gruppo degli uomini delle focaccette e al presepe, sotto la supervisione  dall’alto, dei pescatori del solaro e di tutti quelli  che li hanno preceduti, riuscirà nell’impresa, come sempre.

Per amore di San Bartolomeo e della sua Chiesa, e per amore dei loro cari che non ci sono più e che hanno trasmesso a loro questa devozione.

 

Le due foto della piazza sono datate ma spero rendano l’idea della festa.

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