C’è un posto, a Varazze, pare in epoche remote sia stato un convento, fatto di mattoni e pietre di mare, una costruzione che risale al 1200. Entrando si vedono le volte e le nicchie antiche, bellissime. Per anni è stato osteria, si poteva anche distillare qui. Poi, si è trasformato in osteria e trattoria, in seguito è arrivato anche il caffè.

Si giocava a carte qui, avvolti dal fumo, bevendo esclusivamente vino, i posti erano assegnati, ognuno aveva il suo posto fisso, solo uomini, ovviamente. Si giocava a cirulla o a scopa, e si potevano vincere alcune delle bellissime ciliegie sotto spirito, contenute, in bella mostra, in un grosso vaso di vetro.

Dopo trent’anni d’inattività, la cucina ha ripreso a lavorare, sotto la guida di Gianni e delle sue tre figlie Carla, Francesca e Valentina.

E così, oggi, Maiostina, un locale che è un’istituzione per la città, ha ricominciato a servire i piatti tipici della cucina genovese.

Sono loro, le tre figlie di Gianni, che fanno rivivere la trattoria, tre belle ragazze, circondate da un nugolo di bambini di varie età, i loro figli. Carla sorride e chiacchiera servendo i caffè, Francesca e Valentina cucinano prelibatezze, Francesca prepara più il salato, Valentina è più sui dolci.

Gianni le lascia fare, le segue da distante, lui supervisiona, spesso si può trovare nella piccola stanza, quella entrando nel locale sulla destra, bellissima, dove è riposta la sua amata collezione di Tex, ha iniziato nel 1964, ne ha 750! Dove ci sono anche rare bottiglie e qualche gioco dei bimbi.

Dicevo che la cucina ha ripreso ritmo, infatti, tutti i giorni a pranzo, si possono gustare piatti della tradizione. Tutto è fatto in casa, e basta entrare e sbirciare verso il fondo del locale, per vedere, già il mattino presto, Francesca e Valentina, indaffarate in cucina a preparare pansoti e sugo di noci, o cannelloni, o il minestrone, lo zemino di ceci, lo stoccafisso accomodato, o la buridda di seppie, le trippe alla genovese, la torta Pasqualina, le verdure ripiene, i canestrelli, i gobeletti o la crostata.

Tutta questa splendida tradizione si può gustare sotto le antiche volte, in tavoli da osteria, con tovagliette a quadretti bianchi e rossi e “gotti” come nella migliore tradizione. Oppure, ad agosto, anche la sera, seduti nei pressi dei portici, tra vecchie bellissime case liguri. Siccome le ragazze sono giovani e al passo con i tempi i loro piatti si possono anche gustare a casa propria poiché c’è il servizio da asporto “da Maiostina a casa tua”.

Con gli anni da Maiustina sono nate tradizioni ormai irrinunciabili per tanti varazzini di tutte le età.

Come nella sera del 24 dicembre. Gianni è un alpino, e il coro degli alpini andava sotto i portici, davanti a Maiustina a cantare. Tante persone di Varazze, soprattutto ragazzi e ragazze, amici delle tre sorelle, andavano a “sentire” il coro e per scaldarsi, si bevevano (e si bevono) bottiglie di vino. Questa è diventata una sera magica, vuoi per l’atmosfera natalizia, o per i canti o per i fiumi di vino che scorrono, resta che tanti sono coloro che aspettano di poter festeggiare la vigilia di Natale da Maiostina.

E vogliamo parlare del 30 aprile, il giorno in cui a Varazze si festeggia Santa Caterina l’amata Patrona? Terminata la Processione votiva di ritorno (perché per chi non lo sapesse, c’è un’andata e un ritorno), ci si raduna davanti al locale a bere birra, ed è festa.

Non solo Gianni, Carla, Francesca e Valentina sono riusciti a far rivivere un locale “storico” ma hanno creato tradizioni, oggi Maiostina significa ottima cucina ligure, 24 dicembre e 30 aprile, per la maggior parte di noi.

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