Stefano è giovane, preferisce andare a lavorare piuttosto che studiare e cerca cosa fare. L’importante è trovare qualcosa da poter fare insieme alla sua fidanzata Mariuccia. Vogliono lavorare insieme.

Le loro nonne cucinano bene, fanno la pasta. Perché non provare a fare quello. Stefano, per imparare il mestiere va a lavorare, gratis, a Genova presso un pastificio.

Quando si sente pronto, lui e Mariuccia affittano un piccolo negozio e si buttano.

Pasta fresca Vallerga.  E’ il 1979

Iniziano con pasta fresca e, il pomeriggio, pizza. Funziona. Aggiungono qualche timido polpettone.

Sono i ragazzi della via, giovani, innamorati, pieni di entusiasmo, fanno tenerezza, e la via li adotta.

Pino e Sandra (i Signori Franzone dell’omonima macelleria) gli insegnano come stare dietro al banco, come pulire il negozio. Il Sig. Carletto (Barberis) un anziano e bravissimo cuoco, insegna loro ricette e trucchi di cucina.

Così il negozio si arricchisce di tanto altro. Abbandonano la pizza e, oltre a trofie, gnocchi, ravioli, propongono piatti della cucina tradizionale ligure, e quindi, verdure ripiene, sughi al pomodoro, ai funghi, pesto, torta pasqualina, cima, insalata russa, il loro classico polpettone in camicia.

Nel frattempo nascono due figli, Francesco e Stefania . I figli crescono, Stefania si laurea e decide di insegnare. Francesco, due lauree, in storia e in giornalismo, s’innamora del lavoro dei genitori, e decide di voler lavorare in negozio. Il suo arrivo porta una ventata di novità e modernità .

Nel tradizionale menù, che quotidianamente è appeso fuori dalla porta di Pasta fresca Vallerga,

perché ogni giorno diverso, compaiono ravioli di pesce, di zucca, insalata di polpo, moscardini affogati, tanto per citarne alcune.

La ricerca di materie prime tra i contadini della zona, e quindi prodotti di qualità e nostrani, e l’assoluto rispetto della stagionalità, sono una delle certezze del negozio.

C’è armonia in laboratorio, cucinano e ridono, perché con Stefano, sempre pronto allo scherzo e alla battuta, non si può fare altrimenti.

Una piastrella che li raffigura, regalatagli per i quarant’anni di attività, dimostra quanto affetto si sono meritati.

Penso che, quella piastrella, racchiuda davvero ciò che questa famiglia rappresenta, e l’amore e la passione, che ancora oggi mettono nel lavoro, lo dimostra.

A questo punto Stefano, sicuramente, farebbe una battuta.

 

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