Sono passati tanti anni da quando nonno Italo, in fabbrica, impastava il pandolce con i piedi. In seguito, insieme a nonna Tunin (sua moglie) aprono la pasticceria e il primo dehor di Varazze, è il 1919. I loro figli, diventati tutti pasticceri. Uno di questi, Nando, ancora oggi, lo possiamo trovare dietro il banco della storica Pasticceria Canepa, a “controllare” il lavoro dei suoi, di figli, Michela e Giovanni. Antonella, la primogenita, la creatrice di numerose prelibatezze che si possono gustare qui, non c’è più, ma, la sua presenza si percepisce, soprattutto quando occorre preparare pandolci, pandori e colombe, lei era la maestra dei lievitati, e Giovanni segue attento i suoi insegnamenti.
Canepa non è solo pasticceria ma anche bar, e questo permette il lusso di potersi concedere una brioche come la tipica “S” sorseggiando un caffè e facendo due parole con il Signor Nando, pronto a raccontare la storia della sua pasticceria, del tale pasticcino, di suo padre o della Varazze che fu o a commentare una delle tante vecchie foto appese, ed è un piacere ascoltarlo. Talvolta si affaccia anche sua moglie, Pina. E’ lei che quando il profumato calicanto fiorisce, ne mette un piccolo rametto sul banco del bar, o che vi sistema un mazzolino di primule o di violette, o, come sotto Natale, sistema le bucce dei mandarini e ne fa candeline, piccoli punti luminosi, e lì, il banco, si riempie di poesia.
Michela, insieme alla moglie di Giovanni, Barbara, si occupa di servire e consigliare i clienti del bar e della pasticceria. Giovanni, in laboratorio, crea, impasta, riempie, guarnisce.
E così prendono vita le famose torte, bagatelle, maria cristina, caraibica, i baci di Varazze (sono quadrati), gli amaretti Santa Caterina, i bignè, i cavolini, i cannoncini riempiti al momento e, per il bene di tutti, mi fermo (perché viene l’acquolina, sono a nominarli).
Non fate caso all’andirivieni continuo di bambini, perché qui è normale. Vanno dalla piazza, alla pasticceria, al negozio del vicino Simone. È una via allegra questa, e sono i figli di tutti loro che la rendono tale. C’è armonia qui in pasticceria, anche nei momenti caotici, la storia di questa famiglia, fa si che li renda legati da un filo che tutto fa superare, c’è amore qui. E c’è dedizione, come ricorda un cartello scritto a mano, appeso al muro, “da 100 anni sempre aperti, tutte le domeniche e le feste comandate”. Che aggiungere.