Tra lo scritto e il fotografico, vuole descrivere l’impegno di persone che, per passione, portano avanti tradizioni, collezioni, lavori artigianali. Persone che raccontano, preservano e diffondono, piccole cose che fanno parte del nostro patrimonio culturale.

John Ernst Steinbeck diceva “Come facciamo a vivere senza le nostre vite? Come sapremo di essere noi senza il nostro passato?”.

Che non significa vivere di rimpianti ma prendere tutto il buono che c’è, che c’era, ricordare, trarre insegnamenti. Del resto, a ben guardare tutto torna. Ci siamo liberati di tutto e, magicamente, quel tutto è tornato. Nella moda, nella cucina, nella fotografia, per esempio. Sono tornati i pantaloni a zampa degli anni ’70, nascono ristoranti che guardano ai grandi classici della cucina, si parla di tornare alla fotografia analogica, con i rullini, e via dicendo.

E così, pensando questo, mi sono guardata intorno e ho scoperto realtà magnifiche, si passa da chi lavora al tombolo, a chi costruisce il presepe, a chi, da un ramo secco fa nascere una scultura, e così via. Persone che, in silenzio, portano avanti passioni solo per il piacere di farlo, spiegarlo e, magari, di poterlo tramandare.

Provo a raccontarle.

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