“Ci siamo bambini! Siamo arrivati alla casetta magica!” . Che sarebbe il mio studio. Che avrebbero chiamato così Giovanni e Francesco dopo essere venuti con la mamma a trovarmi. Che la mamma riportava perché io li fotografassi. E che quando….ooohhhh

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Se prima ero loro un poco simpatica, dal momento in cui hanno scoperto che nella casetta magica le quattro ruote colorate erano lì per loro, io sono diventata la fata dei giochi. E, in quanto fata, ho esaudito tutti i loro desideri. Lasciandoli fare.

Tira di qua! Alza! Spingi! Gira!   – Queste povere ruote sono state spostate in  ogni modo, in ogni dove.

Vieni, mettiamole una sopra l’altra!

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Pesano! uh quanto pesano! – ma non è che le lasciano dove sono eh, nooo per carità! hanno deciso che le sposteranno e tutto l’impegno ora è dedicato a quello!

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E ora  perchè non provare ad entrarci dentro?

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In due però è un po’ scomodo , baruffe, litigi, pianti e la soluzione… ognuno avrà la sua pila di gomme. E allora… Sposta! Tira! Spingi! Fatto. Felici.

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Ma poteva durare? Ma certo che no. E allora si ricomincia, instancabili. Ogni tanto si fermano, guardano la mamma, guardano me,  “sono pesanti” dicono, ma guai a dir loro di smettere di giocare.

Hanno deciso di camminarci dentro

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E di passarci  attraverso

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Hanno pensato che poteva essere divertente camminare insieme e quindi, ridendo come dei matti hanno cominciato a girare in tondo per lo studio – che ricordo è veramente minuscolo -trascinandosi dietro una ruota a testa.

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Hanno fatto qualsiasi cosa, ridendo, arrabbiandosi, litigando, facendo pace, ma, comunque, divertendosi un mondo,  tanto è vero che, malgrado fossero sfiniti, è stata un’impresa, per la mamma, riuscire a riportarli a casa  ma non prima di avermi salutato con un “ciao Raffa! non ti preoccupare,  torniamo presto!”  così, tanto per tranquillizzarmi.

 

LE PAROLE DEL MIO LAVORO:

FALLI GIOCARE: Siamo circondati da bambini,  anche molto piccoli, che, con la testa bassa, giocano con play station, xbox, tablet, ma, se proviamo a dare loro un gioco “antico, povero”, dove possano inventare e scatenare la fantasia, siamo sicuri che non lo apprezzeranno?

 

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